La Croce Bianca, la mia famiglia
Oggi vorrei parlarvi della mia famiglia. Aspettate. Non vi parlerò della mia mamma e del mio papà, di mio fratello, del mio ragazzo, dei miei zii, cugini e nonni. No. Oggi vi parlerò di un’altra famiglia, di quella formata non da alcuni, ma da tanti fratelli e sorelle, padri e madri, zii, nipoti, nonni, amici ed estranei. La mia famiglia è “differente”, unita non da un legame di sangue, ma da un ideale. Non è facile capire come possa esistere una famiglia simile. Vorrei parlarvi di come ha contribuito ad essere quella che sono oggi.
Quando arriviamo, la prima cosa che salta all’occhio è la nostra divisa, ma non potete vedere cosa ci fa: penetra in profondità, sconvolge il nostro organismo, rafforza le ossa quando stanno per cedere, tonifica i muscoli quando arrivano gli sforzi, ci tiene svegli quando il corpo ci dice di andare a dormire, ci tiene al caldo quando fuori fa freddo. Non è una semplice divisa.
Il resto non conta, quando c’è bisogno di aiuto. Conta esserci per una persona che probabilmente non avrà più tanto tempo da passare con la sua famiglia, per una che ha speso i suoi ultimi risparmi per alleviare un male incurabile, per una che trascorre i suoi ultimi giorni fuori casa, in ospedale. Loro non hanno potuto scegliere, noi possiamo. Scelgo di essere la persona che attenua il dolore facendosi stringere la mano, che porta la felicità dove regna lo sconforto, che risolleva chi è caduto.
La mia famiglia è bellissima, mi ha insegnato cosa sia l’altruismo.
GRAZIE.
Una volontaria Croce Bianca Onlus di Teramo
Fonte: www.anpas.org